A colloquio con il presidente

Cinque vittorie da tre punti, una al tie break, due sconfitte, una sempre al tie break e un’altra per 3-1, per un totale di 18 punti conquistati al termine del girone di andata. C’è grande soddisfazione nell’ambiente della Bartoccini Gioiellerie Perugia e, in particolare, per il presidente Antonio Bartoccini, che incontriamo in un pomeriggio perugino alquanto uggioso.
Presidente, partiamo dall’inizio: da dove nasce la tua passione per la pallavolo?
Quasi spiazzato dalla domanda ride, pensando ai tanti anni passati nei vari palazzetti dell’Umbria a giocare a pallavolo “Iniziando da giocatore… tanti, tanti anni fa. Quando ho iniziato a prendere il pallone in mano avevo solo 15 anni… quindi sono ben 35 anni che sono in questo bellissimo mondo”.
Essere Presidente di una società di pallavolo oggi quale impegno comporta?
“Sicuramente un grande impegno di tempo, di risorse in denaro, di rapporti con i vari collaboratori. Per non parlare della ricerca degli sponsor e la gestione dei media. E’ un impegno che non ha soste per coordinare tutte le componenti di una società che, come la nostra, vuole puntare in alto. Ovviamente nulla può essere fatto se non c’è la passione verso questo sport. Ma la cosa fondamentale è lo staff: la bravura di tutte le squadre passa dalla capacità dei singoli componenti lo staff. Quando c’è un team che vince significa che tutti i componenti della società stanno lavorando bene: ci vuole armonia, ci vuole affiatamento, ci vuole condivisione degli obiettivi, altrimenti non si vince”.
Veniamo al volley… giocato: una settimana da capolista per la Bartoccini…
La soddisfazione gli si legge in volto… “Per il momento sì. Ma non è escluso che possa durare più di una settimana.. Non scordiamoci, però, che il campionato è lungo e quindi non dobbiamo smettere di lavorare come abbiamo fatto fino ad ora: con umiltà, ma consapevoli delle nostre potenzialità”.
Matematicamente seconda e, se domenica Trento batte il Sassuolo, forse anche il primo posto. Significa (primo o secondo posto) accesso diretto ai quarti di Coppa Italia, con la gara del 13 gennaio da giocare in casa. Te lo aspettavi?
“Sinceramente no. L’obiettivo di inizio stagione era sicuramente quello di migliorare rispetto l’anno passato, e non era così scontato. Ci sono squadre che hanno fatto una grande campagna acquisti, ma che non stanno girando come si sarebbero aspettate. Non sempre se costruisci una squadra con grandi nomi, poi vinci; guardiamo al Sassuolo: una squadra giovane che però vince, anche perché gioca con determinazione, con la leggerezza della matricola. Per cui questo risultato per il momento ce lo teniamo stretto, e che sia uno sprone per migliorare e continuare a far bene le cose che stiamo facendo, per ottenere altre soddisfazioni”.
In un’intervista all’inizio del campionato, coach Bovari ci diceva che fattore fondamentale sarebbe stato il gruppo. Obiettivo raggiunto…
“Un grande coach di un altro sport diceva: ‘Successo si scrive con la S di squadra’. Posso quindi essere soddisfatto anche di questo aspetto, perché quando c’è il gruppo si ottengono risultati eccellenti. E non era facile, visto che la squadra era cambiata per i nove/dodicesimi. Devo quindi fare i complimenti a tutto lo staff tecnico per i risultati che sta ottenendo”.
PalaBarton che, pian piano, si va riempendo: nell’ultima gara casalinga quasi mille spettatori. E’ un successo anche questo…
“Al pubblico piace seguire le squadre vincenti. Quindi se vinci riempi i palazzetti perché alla gente piace vedere il bel gioco, vedere la squadra che vince non di certo una che perde. Se continuiamo a mantenere il bel gioco che stiamo sviluppando in questo periodo che ci porta a risultati positivi, sicuramente il numero degli spettatori non può che crescere. Anche perché una squadra che è a un buon livello è una soddisfazione per tutta la città”.

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